mercoledì

7 - Tagliare i ponti / Burning bridges


(English text at bottom)

Ma come farebbero, le cricche passate, presenti e future di governo, senza gli “interventi straordinari” per il Sud? Come farebbero se la Salerno-Reggio fosse finita e funzionante? Come farebbero se non avessero nessun appalto da scambiare con i voti?
E’ indispensabile che il Sud sia un problema per il quale siano necessari stanziamenti “straordinari e continuativi” l’ossimoro alla base del voto di scambio. Con la “questione meridionale” si campa bene, guai a risolverla, ma siamo matti? Gli interventi sono soluzioni a prescindere, soluzioni in cerca di un problema. Eccolo lì il problema: questi sporcaccioni e ignoranti di meridionali. Puliti e sapienti sarebbe la fine della cricca.  
Per esempio si potrebbe costruire un magnifico ponte sullo Stretto, non sentite come siciliani e calabresi lo chiedono a gran voce? E come ce lo chiede l’Europa intera?  

Basta basta basta, non ci sto. Soprattutto non ci sto più adesso, da quando sento una banda di analfabeti “padani” farfugliare di secessione in nome di una gloriosa storia inventata di sana pianta. Storia e geografia piegate a servire la sacra ampolla d’acqua del Po.
Ma se questi scuoiabuoi si possono permettere di parlare di secessione, noi che non dobbiamo inventarci niente che cosa ci possiamo permettere di dire e fare?
Perché è consentito a un Borghezio di parlare? Perché non è buttato fuori a calci? In Svizzera lo hanno cacciato in malo modo (vedi qui) da una riunione di potenti, perché da noi non accade? 


Ma non è di un “anti-Borghezio” che abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di riscoprire il nostro bagaglio di dignità che ci consenta di compatire ‘sto deficiente e guardare oltre.
La rassegnazione alla minorità è il problema del Sud. Ho già detto nella puntata precedente che dopo centocinquant’anni di emigrazione quelli che sono restati sono i meno intraprendenti, i più rassegnati, l’iniziativa è tarpata dalla carenza di volontà. 

L’obiettivo, lo dichiaro e forse vi sorprendo, è tagliare i ponti, non costruirli. E’ un processo lungo di cui io non vedrò la fine ma dobbiamo iniziarlo. Cito testualmente da Pino Aprile una fiaba Zen:

Gli uccelli del Paradiso vivevano felici in pace, finché non giunsero dei rapaci che cominciarono a farne strage. Gli uccelli del Paradiso non avevano mai combattuto, non sapevano difendersi; cadevano inermi tra gli artigli degli aggressori. Uno di loro riferì di aver sentito parlare di un saggio della montagna lontana, che conosceva le soluzioni di tutti i problemi.
Decisero di recarsi da lui. A milioni oscurarono il cielo, in volo verso la remota destinazione, sterminati da rapaci, tempeste, fame, stanchezza, malattie. Ma giunsero alla montagna.
“Signore,” chiese il più ardito al saggio, “qual è il nome di Colui che ci salverà?”
E il saggio lo pronunciò: “Trenta uccelli”.
Si contarono: erano rimasti in trenta.  

Qualcosa si muove, grazie a Internet. Oggi c’è molta più gente consapevole di questa brutta storia di sopruso continuativo; anche i libri sull’argomento sono ormai un centinaio. Ma non è abbastanza: dobbiamo coinvolgere le forze che hanno abbandonato il Sud, la loro imprenditorialità, i loro capitali.

E poi? I nostri figli, nipoti e pronipoti taglieranno i ponti. Nascerà un piccolo Paese che avrà vita durissima e tanta dignità. Sempre citando l’immancabile Pino Aprile, rischieremo di affogare ma avremo imparato a nuotare.
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How could they manage, past, present and future government wrongdoers, without the "extraordinary measures" for the South? How would they do if the Salerno-Reggio highway was over and running? How would they do if they had no contract to be exchanged with the votes?
It's essential for them that the South is a problem for which fundings are "extraordinary and continous", the fundamental oxymoron of the corruption. With the "Southern question" they live very well, please don't settle it, are you crazy? Interventions are regardless solutions, solutions in search of a problem.

Here is the problem: these dirty and ignorant Southerners. Clean and wise would mean end of business. For example, you could build a magnificent bridge over the Messina Straits, don't you hear the Sicilian and Calabrian clamoring for it? The whole Europe is begging for it!

Enough is enough, I can't accept it. Especially now, when I hear from a band of illiterate from "Padania" babbling of secession in the name of a
completely invented glorious history.
If these primitives can afford to talk of secession, what can Southerners say and do, not needing to invent anything? Why Borghezio is allowed to speak? Why not be kicked out? In Switzerland they have turned him out (see here, in italian) from a vip meeting, why it does not happen in Italy?


 



But it's not an "anti-Borghezio" that we need, we need to rediscover our legacy of dignity that will allow us to have compassion of this idiot and look beyond. The resignation to minority is the problem of the South. In the previous post I already said that, after one hundred fifty years of emigration, the ones who have remained are less enterprising, the most resigned; the initiative is impeded by a lack of will.


The objective, you might be surprised, is to burn the bridges, not to build them. It's a long process I will not see the end of, but we have to start it. I quote from
Pino Aprile a Zen fairy tale: 

Birds of Paradise were living happily in peace, until some birds of prey came and began to make havoc of them.

Birds of Paradise never had fought, they could not defend himself, fell helpless in the claws of the attackers.
One of them reported having heard of a wise man of the mountains far away, who knew the solutions to all problems.
They decided to go there.

In millions darkened the sky, flying to the remote destination, exterminated by predators, storms, hunger, fatigue, illness. But they came to the mountain.
"Sir," asked the bravest of them, "what is the name of the One who will save us?"
And the sage answered: "thirty birds".

They counted themselves: thirty of them were left.
 
Something is happening, thanks to the Internet. Today there are many more people aware of this sad story of abuse; books on the subject are now hundreds. But it is not enough: we need to involve the forces that have left the South, their entrepreneurship, their capital.


And then what? Our children, grandchildren and great-grandchildren will burn the bridges. A small country will rise, it will have very hard life and a lot of dignity. Still quoting Pino Aprile, we risk drowning but we'll learn to swim.

1 commento:

  1. ok che Borghezio è un pirla razzista, ma semplicemente perché in origine la Lombardia è stata dalla parte dei cattivi non significa che il risveglio culturale attualmente in atto sia falso. La padania come etnia predominante è gallo-italica da una parte, e veneta e reto-romancia dall'altra. Infatti molti veneti vogliono l'indipendenza da soli.
    Quindi non antagonizzare inutilmente i padani, non avranno una storia molto unitaria ma una volontà e un'etnia, e una tipologia di terreno (alpi e pianura).
    La Svizzera non aveva nessun senso né storicamente né etnicamente, eppure è uno stato ben funzionante con un diritto a esistere.
    Sinceramente non so perché ti lamenti di gente che proclama la secessione avendone storicamente meno diritto dei meridionali. Dovresti salutare questo risveglio della gente che capisce che l'unità d'Italia è stato un'inganno e una perdita culturale per tutti.
    Io però questi secessionisti meridionali non li sento proprio.

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